TERRA FERMA

«Sulla terra arsa, assetata, le crepe risalgono dalle viscere fino al volto e come morti non morti occupiamo passo dopo passo una distanza chiamata esistenza. I volti senza speranza alcuna, annaspano, per non affogare nell'aria come in un liquido difforme dall'alchemica sostanza vitale. Solo i rumori della madre terra risuonano nell'eco del desertico popolo.

Con catene di spettrale fattezza s'alza la povere, le lingue in mistura con essa si legano e pesano gettando a quell'angelo protettor di Caron dimonio, le grida dell'uman silenzo.

Solo terribili gesti come rupestri accenni di civiltà futurista segnano cupi l'era del domani dove ciò che noi oggi ricordiam come uomo sarà da noi primitivi non più certo.»

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