Don Guglielmo Biasutti - nel nostro cimitero...

Potrebbe apparire incomprensibile o strano, rappresentare le testimonianze di opere di misericordia nel contesto di un passato lontano e dalle vicende molto diverse da quelle contemporanee (almeno per quanto riguarda il panorama italiano). Eppure tutto ciò nasce quando una associazione, che trae le sue origini dalla necessità di incontro tra reduci di una guerra persa e sbagliata..., cerca di mantenere vivo il ricordo delle immani sofferenze subite e causate in terra di Russia da italiani i cui figli hanno dimenticato. E nel voler ciò incontra una forma espressiva a lei nuova che ha consentito il portare in scena il ricordo di un piccolo/grande prete che fu anche, ma non solo, cappellano militare in Russia. Don Guglielmo Biasutti, laureato in Teologia alla Lateranense nel 1928 e in Filosofia all’Università di Lovanio nel 1931, testimoniò la misericordia verso gli orfani, i diseredati, gli ex-carcerati (con la nascita di quello che sarà e tutt’ora è l’Opera Bearzi), verso gli ebrei perseguitati dalle leggi razziali (“Amarli gli Ebrei e conoscerli!” scriveva in un libro nel 1937) e verso i soldati di cui fu cappellano (le camicie nere di una legione della milizia). Il “memoriale di don Biasutti” è un omaggio e una memoria; un percorso pregno di opere di misericordia nel cui solco riconoscere e ricorda che la miseria, l’ignoranza, l’indifferenza sono i mali del mondo

2019 - Partecipazione al Festival Internazionale di storia èStoria (GO)

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