IL PIOMBO E LA NEVE - DOCUFICTION

Una guerra “tragica e stupida” come tante di quelle guerre “tragiche e stupide” che ancora oggi si fanno. Forse tutte le guerre lo sono e non c’è eroismo che dia dignità ad un conflitto come quello che portò i nostri soldati a morire nelle steppe della Russia.
Così Pasquale Corti, fra gli ultimi reduci di quella sanguinosa ritirata, ci vuole raccontare la sua guerra, il suo fronte russo, nella convinzione di essere un esercito forte ed invincibile.
Questa speranza, sulla piana del Don, si palesò da subito falsa. Mal equipaggiati, nel vestire come nell'armamento, contro il nemico, contro il freddo e la neve.
Cadevano fiocchi di neve, ed uccidevano.
Quanti compagni, amici, fratelli sono rimasti laggiù nel sogno ancora oggi di rivedere la propria patria.

Con questi pensieri ho voluto raccontare la storia del reduce Cav. Corti Alpino artigliere della 29° batteria Tridentina, il quale oggi, con gli occhi carichi di lacrime si racconta, senza nascondere la forte emozione nel ricordo di quei tragici momenti.
Questo documentario vuole raccontare, senza presunzione alcuna, la guerra, quella vista dal basso, da chi c’era e per chi là ci è rimasto.
Un documentario in bianco e nero della durata di 45 minuti, con la straordinaria partecipazione di Pasquale Corti.
Scritto e diretto da Olivotto Marino, in collaborazione con OBBIETTIVO STORIA di Reggio Emilia (RE) e L'Antica Zelkova di Latisana.


2017 - 13 Novembre Prima Nazionale - Cavriago (RE)
2017 - Unistrasi - UNIVERSITA' PER STRANI DI SIENA     
2018 - Partecipazione al Festival Internazionale di storia éStoria (GO) 
2018 - MONTEFIORINO - (RE) - Paesaggi della memoria
2019 - Partecipazione alla presentazione e forum presso l'Università UCL di Londa - UK
2020 - Messa in onda nel palinsesto televisivo della rete locale di TeleBelluno e TeleReggio

Guarda l'anteprima

 
Intervista - Marino Olivotto


IL PIOMBO E LA NEVE è un grande progetto, fatto di condivisione di idee di tante persone che hanno sposato la bontà dei temi trattati e soprattutto è una promessa fatta a Pasquale Corti.

Corti, classe 1922, nato a Montefiorino di Modena, ha vissuto per diversi anni a Cadè, frazione di Reggio Emilia, fino alla sua scomparsa nel 2015.

Alpino artigliere della divisione Tridentina gruppo Valcamonica, ha vissuto in prima persona i tragici eventi dell’inverno 1942-1943: 11000 morti in combattimento, oltre 60000 dispersi.

Corti è stato tra i circa 10000 reduci dalla battaglia di Nikolaevka, guidata dal Generale Luigi Reverberi. Il film “Il piombo e la Neve” è ispirato al libro “La disfatta”, un lungo racconto del reduce in ricordo di tutti quei giovani soldati che non sono mai più tornati a casa.

Pasquale Corti ha vissuto settant’anni della sua vita dopo il rientro dalla Russia con il peso nel cuore di non essersi speso totalmente per poter salvare amici, conoscenti caduti durante la ritirata. Pasquale Corti mi ha chiesto espressamente, per questo lavoro, di non dimenticare, di dar voce, nel ricordo, a tutte quelle voci che si sono perse fra i venti gelidi della Russia.

Ci si può chiedere se realizzare un film documentario possa rispondere a quell’esigenza di ricordo e se sia il modo giusto con cui rapportarsi ad un tema così importante, la risposta è semplice, non so se questo sia il modo giusto, ma è un modo.

Pasquale Corti, mi racconta con estrema lucidità ed emozione quei tragici momenti, ma con il desiderio profondo e ricorrente di ricordare e far ricordare anche alle nuove generazioni, attraverso il testimone della storia, oltre ai rigidi pilastri delle date e degli eventi un profilo più emozionale. Questo per non rendere la “storia degli uomini”, solo una storia da leggere nelle fredde pagine di un libro di storia.

Vorrei fare mie le parole di Pasquale: “ricordare non è sempre facile perché mentre racconti certi episodi dentro di te, c’è qualche cosa che non funziona”. Cos’è che non funziona?  E’ il contrasto dell’uomo di oggi e quello che loro sono stati, il fatto di ricordare per Pasquale Corti è un debito verso la storia e la verità.

La lucidità, la freddezza, il distacco, sono sentimenti veri, profondi, sono viatico per un viaggio nel tempo, nel ricordo, perché purtroppo lui, così come tutti i suoi compagni sopravvissuti, è rimasto lì, la sua mente si è congelata in quei momenti e ogni volta che la mente ritorna a questi ricordi, in qualche maniera l’occhio si spegne e non ci sono più lacrime.

Ecco il senso del film documentario, il nocciolo, il nervo sensibile di tutta la vicenda, l’uomo.

Ed è questo per me l’importare, il racconto dell’uomo. Ci hanno già raccontato in mille maniere, la tragicità della guerra, gli assetti geopolitici, ma questo non vuole essere un lavoro di storia nella sua concezione più stretta, vuole essere un racconto di uomini, di persone, perché al di là di questo la c’erano uomini oltre che soldati.

Le scene del film documentario sono state girate nei comuni di Reggio Emilia, Bergogno ed Aviano. Nel racconto si alternano scene che riproducono gli eventi vissuti da Corti in prima persona alla sua personale testimonianza. Ad interpretare il ruolo del giovane soldato è l'attore Valerio Gambetti.

Si tratta di una produzione complessa e meticolosamente fedele, due anni di lavoro, e resa possibile dal lavoro di ricerca e ricostruzione storica realizzato dall’associazione reggiana “Obiettivo Storia”: una testimonianza, ma anche un testamento morale per le nuove generazioni, un monito difronte alle “guerre inutili” che colpiscono gli uomini prima che i soldati.

dalla stampa: 




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