ORARIO - ANTI

«Ch'io di primate son di questo mondo l'esploratore
Avviso in me senso nell'ingegno di dover
per diabolica natura imprigionar il tempo.

E sì , come stregon dei tempi antichi
scruto nel mio intelletto
il modo per il ratto sacrifizio. 

Alla pozion per gli dei m'accingo a prestar l'opera. 
Con minuzia e attenzion edile l'incastro m' adopro a dar forma.

Sovvien allo sguardo perso
già nel gaudio della vittoria
un'ombra a velar i fasti miei. 

Nei colmi, l'un di levante e il gemello suo a ponente
nel mischiar l'acque
in sensi opposti circolavan le correnti.

Oh infausta natura.
Oh lezion potente.

Di quello che da levante seguitar il moto celeste
la polvere in esso non discioglie
ed in crosta dura s'affiora come nuova terra.

L'altro che alle tenebre porge il gesto, scompare.
Dissolto, e torna a natura genitrice
un passo dietro al tempo del mio feral presente.

Dramma e dannazione colse il petto, a me, violente. 
Chiara la lezion al servo della terra.

Son Prima e Dopo. Son l'Alfa e Omega.
"Non tentar di catturarmi", disse; così facendo a te concedo nel durante, l'esistenza del tuo vivendo.»

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