HOMICIDA PRO BONUM EST



Nella tenebra homo alato si fece meco

e già nel discorrer gelo il verbo suo 

alla linfa vital mia, cagion la sofferenza 

tal che il pensier sua stessa natura perdea.

Sostegno ai sensi vaghi 

lama rocciosa e fredda al palmo mio,

dolor colse all'invoco auxilio, 

come indice proteso a Dio 

imperio fu il suo decreto. 

Si che da tal profezia l'empia colpa mia

tradusse sofferenza in sferzo di reni.

Con l'occhio sanguigno 

la fibra tesa

il verbo mio di serpe lingua

la sentenza mortal pronuziò fatale.

Dagli astri lucenti stelle cadenti 

all'oblio il destin fu dato.

Riso del volto arcigno,

e il corpo mio, nudo,

cinto di tenebra, vuoto, freddo

alla terra cruda. Aberrante.

Il sonno: odiar di me pur lui si pasce.


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