Son anni che vago errando
e nell'emerso del mondo
quel che osservo è il limite di ciò che comprendo.
'Sì che un dì, d'aspro odor di salsa marina
l'occhio gettai oltre le tumultuose zingare del cielo
e siffatto pensiero si fece brivido sulle strutture.
e nell'emerso del mondo
quel che osservo è il limite di ciò che comprendo.
'Sì che un dì, d'aspro odor di salsa marina
l'occhio gettai oltre le tumultuose zingare del cielo
e siffatto pensiero si fece brivido sulle strutture.
"O se di quel che muove ogni cosa;
l'andar venir della luce,
il mutar dello spazio che intorno vivo,
me stesso, pure, vivendo in esso, cambiando,
ad ogni ombra e ad ogni luce nuova
veder su me rinnovata anziana cosa.
Ecco che tra quelle che galoppando da venti sospinte
monocolo celeste compare tra esse
ed io, idiota compresi che io e non più io
al di la di quelle a regolar il corso è destino.
Idios, mi vien per eccesso di dominio chiamar colui
che senza nome al tutto enumera ed elenca con precision perfetta.
Magia, forse, oppur stregoneria, non saprei spiegar a questa mia
ma certo un dubbio cresce dentro al petto:
"La scintilla della vita fu sua creazion o ragion mia?"
Arduo è lo scoprir questa questione se solo
con la magnificenza della natura a discorrer ti trovi a profetare
e non cambia la sostanza se osservando di colei austera e verdeggiante
trovi poi sommessa e putrescente,
eppur, vita per vita, da esse di color di morte altro più atavico splendore
armonia e gaudio del raggio del prossimo sole.
Idios non saprei che dire, se non servo, almen strumento tuo per curar di me
e il sentimento altrui.
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