ROSA SPINA


Di tutte le piante del creato ad ognuna è associato un simbolo, un effetto, un medicamento, un significato. Di ognuna di queste si dichiara il sesso umano. 

Se sei forte come una quercia, subito il pensiero va all’uomo grande, virile e possente oppure pensi all’alta betulla segno di saggezza profonda e il pensiero, allora, rapido si rifugia tra i libri della conoscenza di un vecchio umano dai canuti capelli bianchi. 

Se poi, invece, piuttosto che meravigliarti della magnificenza delle grandi piante osservi più in giù, tra i verdi rovi, vedrai spuntare un fiore, rosso sangue, delicato come una carezza, avvolto nella timidezza, forte nel fusto come il carattere e per vestito una spirale di foglie protette da mille appuntite spine.

Ti starai chiedendo che nome avrà questa bellezza naturale. Si chiama Rosa, Rosa Spina, colei che soffre e ama. 

Così, questa meraviglia, alla donna viene dedicata.

Ti osservo rosa, di te tutto è bello, ma a me affascina la tua spina, nata foglia eppur diventata guerriera per difenderti dalle percosse dell’altrui natura spesso incomprensiva e maligna.

Vorrei tanto coglierti e portarti con me, ma sarebbe come privarti della libertà.

Vorrei accarezzare i petali come la guancia del tuo viso, ma piuttosto lascia che io mi punga con le tue difese per capire la sofferenza delle tue attese. 

Vorrei ritrarre poi, repentina la mano per accentuar lo sguardo e solo quando sarà il momento, trovare insieme lo spazio tra le spine per viverti e gioire al di la dell’altre spine.

Sei un bene prezioso spesso mal curato. 

Siamo alberi, arroganti e nulla più, che dall’alto delle nostre chiome abbiamo perso l’immagine d’arbusti fragili e senza protezione.


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