DOPPIO TEMPO


 Primo tempo del giorno solare
momento di una vita, 
istante particolare.

La prima luce
brilla cristallina
nell'atmosfera d'un percorso e
s'abbina il ricordo
del bene fatto soccorso.

Il corpo freme,
sente vivo il desiderio di movimento
come la marea che bolle dal profondo.

Sospinta è l'onda pudica
a coprire la nuda sponda
che per pudore 
alla luce mattiniera 
va velata
al curioso sguardo offerta. 

Tutto deve essere ordinato.
Non più informe sarà il tempo 
trascorso.
Non v'è principessa
o imperatrice così potente
da offuscare la sua magnificenza.

Tra poche ore il suo risplendente arrivo
e non c'è tempo per cose leziose.

Tutto deve essere pronto per il rito.
Lo sento. Arrivi.
T'aspetto. Ti bramo.

E qui seduto nel pomeriggio immobile,
ad ascoltare la voce degli alberi
tra le fronde aperte a ventagli
all'ombra profumata dell'olmo
ti intravedo sfuggente.

Eccoti lì,
appena sopra l'orizzonte del pino
adagiata sul palmo dell'acero bruno
come santa stella polare 
nel sacro mese invernale.

S'alza il vento. 
Come dici?
E' ora?
Attendo il secondo tempo.

Alla dimora la tua voce mi chiama
tra un po' sarai con me
e io partecipe al rito promesso.

L'ora è giunta. 
L'incontro attendevo 
in questo suo gemello.

Sia liberato al cielo, 
con la tua protezione
il fumo nero.

Del borgo, il 
suono dei dodici rintocchi si ode della campana.
Un lacrima oltre il pensiero
è scrigno di passione.
Lucenti son le stelle 
e tu ancor di più splendente.

Tutto è compiuto!

 




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