NULLA ACCADE PER CASO



Nulla accade per caso
c'è sempre una ragione
che va oltre l'umana comprensione.

Si chiamano eventi. 
Bussano alla porta.
Tagliano la strada.
Ci investono.

Si fermano ad un palmo e ti osservano.
Guardi dietro al parabrezza
per maledire il conducente.
Lo sguardo non vede altro che
un riflesso sul quel vetro.

Chi c'è dietro a quello specchio
negli occhi che ti stanno guardando?

Nulla accade per caso
anche quando,
per quanto possa sembrare assurdo,
per qualche ora t'accompagni con uno sconosciuto.

Dalla sua presenza,
ti pare d'averlo sempre avuto al fianco,
passo dopo passo,
giorno dopo giorno.

Così detto, pare,
l'inizio d'un romanzo d'amore
nelle prime pagine
dei libri d'agosto.

Se penso, invece, all'incontro
tutto fu così naturale,
come se mai
ci fosse stato un addio,
piuttosto l'arrivederci.

Ecco, così
senza saper in conoscenza l'uno dell'altro,
camminammo fianco a fianco
in un fiume di parole
sospesi in corrente
tra il mondo e il non so che
e più ci penso 
e più mi piace 
questa sete d'ignoranza.

Abbandonai il corpo
il cuore e l'anima,
laddove lo spirito rasserena.

Dalla radice di ciò che sono,
nel punto d'origine dell'incontro,
l'ombra del teatro
si fece riflettore 
ad illuminare la guida.

Cammin facendo mi trovai
in un sentier di rose, 
per poi parlare 
del più e del meno 
e del vissuto ancora,
ma non per voce mia 
bensì per bocca sua.

Il suo parlare 
riaccese in me pensieri 
vivi, prepotenti, dolorosi.

"Rubami un po' di ignoranza
e donami la tua saggezza" domandai.
Un sorriso il suo dono, così 
seguitò parlando.

Situazioni.
Gesti.
Parole.
Oggetti.

Tutto di me parlava, 
dal presente 
al mio passato prossimo,
così come a quel più dolce
del suo remoto.

Un saluto. 
Svanì.

Due strade.
Una a occidente. 
La mia ad oriente
volgeva il passo al pomeriggio
che mutava in sera.

Lo svanir della luce
sussurrò il desiderio
di far sì che quel cancro
avido dei miei colori,
dai colori stessi
venisse ubriacato.

Preso dall'alcolico desiderio cromatico
comprai trentasei gocce di colore.

Ora con le dita arcobaleno,
la falce della luna a vegliare sui campi,
ci osserviamo: amanti.

Chinato di lato un poco il capo,
nulla è più bello che 
veder la falce diventar sorriso,
tant'è che anch'io 
non posso
rimaner passivo.

Ubriaco stregato
stordito disorientato
turbato frastornato
confuso offuscato
ottenebrato spossato
instabile malfermo
 traballante:
è il cancro.
L'energia di scorpio in questa luna
si fa grande, 
forte e luminosa.

Nulla accade per caso.
I nodi da sciogliere si stanno allentando.
Il nuovo battesimo si avvicina.

Di quel che è ricordo materiale
non occorre diventar custode.
Al fuoco purificatore 
nella notte della luna granda 
sarà il fumo l'ultimo suo viaggio
a liberare il cuore da questo male.

È necessario attraversare 
la porta stretta della sofferenza.
Al di là di questa,
posso svelarlo, oggi,
m'è venuto incontro il bene.

Solo adesso, nell'ora in cui il gallo
mi trova ancora sveglio a contemplar le stelle,
col suo canto accoglie lusinghiero la nuova luce, 
e accomiata la benevolente luna, 
astro aperto all'ascolto.

Chiudo, sereno il mio pensiero
grato a questo dono.

Nulla accade per caso
anche quando 
un giorno,
senza saperlo,
sotto un angolo di cielo
ho incontrato un angelo.

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