Com'è strano il suono.
Arriva come onda sulla soglia del nostro orecchio e batte al cervello come il martello sull'incudine per forgiare le immagini che galoppando si sono proiettate in noi.
Com'è strano il silenzio.
È come la bonaccia per il marinaio, uno stato di malinconica inquietudine che ti prepara all'arrivo di qualche cosa, ma di cosa? Quando?
Inaspettatamente arriva flebile, lontana, inafferrabile. È una semplice percezione nello spazio geometrico eterno e sferico.
Com'è strano il buio.
Assorbe le stranezze che ti ho appena raccontato. Mi basta osservare nello spazio tra i due tetti della casa il quadro che questo museo dinamico mi offre ad ogni mia visita.
Com'è strano, non devo nemmeno prenotare per entrare e non c'è coda. Non ci sono turisti con i cellulari e i flash accesi. C'è uno lettino da spiaggia, blu come la notte.
Com'è strano chi non sa perdersi.
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