NOVEMBRE

 


Sciolgono l’argenteo colore le foglie
sui rivoli di pioggia
tra tele di nebbia in una luce opaca.

Muto è il giardino
e la gatta accanto al camino,
riposa.

L’ultimo canto del merlo
si è perso tra gli echi di queste montagne,
non resta che un ricordo alla prossima primavera.

È il periodo della trasformazione,
dal colorato autunno al torpido inverno
dall’ultimo pennello d’arte al candore puro del rinnovamento.

In questo scorrere di giorni,
la natura si presta al riposo;
io presi vita, mamma, tra le tue braccia.

Corrono radi tra cirri del vento 
giocosi i fiocchi di neve, su prati, tra boschi,
in su dell’alpe all’alte sue cime.

Su crinali dei monti a oriente
la schiena nuda si veste,
i campi a occidente hanno lasciato all’orizzonte,
 perduto lo sguardo.

Picchietta la pioggia sul davanzale di pietra.
Ti osservo celato dal drappo bianco come velo di sposa
la tua essenza nel cambiar colore.

Il cielo plumbeo, trasogna,
la mia mente a meditar per sé.

L’ora volge a sera e la campana
i vespri intona tra il vuoto dei luoghi e,
 la pienezza dei ricordi miei.



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