A L'È TORNÂT IL PIN

Dentro ogni ritorno si nasconde una bella storia di amicizia


Carissimi Amici, piccini e grandi e ancor di più, sono il PIN e sono felice di essere quaggiù, in questa piazza tra tanti alberi maestosi a farmi da corteo, come a principi e reali, che oggi che sono piccino vedo con la punta in su, ma che una volta….

è già, proprio così…una volta abitavo proprio qua!!! Ah ne è saggio testimone il giovane Giacomo che mi ha fotografato dall’alto in basso quando mi hanno traslocato.


Oggi però sono contento, persone straordinarie mi hanno preso e riportato qua. Ė successo tutto così favolosamente in un istante che sono uscito solo con i primi aghi che avevo addosso…ma si avvicina il periodo della festa…lo sento nell’aria. 


Profumi, luci e un bellissimo senso di comunità!!! Ah quanto mi piaceva abitare qua!


Dicevo che si avvicinano le feste e non ho nemmeno un abito adeguato, mi aiuti ad essere elegante ed apprezzato per questo ritorno incantato?


Grazie delle tua generosità… ed io per ricambiare sai che farò? Ti racconterò la mia storia di tanto tempo fa, quando tra i miei rami innevati albergava per natale un “ucilut” tanto carino con il petto fiero e rosso. Pieri era il suo nome e per tutti, nel paese, io ero stato soprannominato il PIN di Piêri!


…continua a seguire il PIN…e anche Piêri!


Quando ero un giovanotto, con gli agi belli e verdi che brillavano nel sole mi piaceva farmi compagnia con la voce dell’austero puntuale campanile che, molto più alto di me, guardava il paese dall’alto in basso. Al suono delle sue campane, mi dondolavo dolcemente muovendo i miei rami. Quanti anni, quante stagioni ho visto passare da questa piazza. Quante storie potrei raccontarvi, ma quella di Piêri è forse tra le più belle che mi siano mai capitate. 


Era proprio in questo periodo dopo la festa di San Nicolò che di primissimo mattino sentii un solletico simpatico tra rami. Incuriosito chiesi al vento: “Ehi di lassù, vieni un po’ a vedere che succede!” 


Il vento, allora, di gran carriera scese e avvolse il mio tronco. Sbirciò tra rami. Salì in cima alla punta, si tuffò a capofitto fino a toccare quasi le radici, poi, perplesso, mi rispose che non c’era niente: “Te lo sarai sognato!” continuò. 


Appena un istante prima dell’arrivo del vento, avevo sentito scapparmi via quel solletico dai rami del primo piano. Il vento ed io ci guardammo e ridendo pensammo fosse uno scoiattolo in ritardo con la spesa per l’inverno…ma…


ma…insomma quell’ impertinente solletico andava e veniva con una insistenza che mi solleticava la curiosità. Sposta la punta di la….Sposta la punta di qua…non riuscivo a capire chi fosse quel monello tanto sfuggente finché un bel giorno…


Si stava avvicinando il giorno di Natale e i miei rami iniziarono a vestirsi delle più sfavillanti decorazioni di festa. Sotto le mie fronde i bambini si stringevano e le loro voci angeliche salivano al cielo come sbuffi di nuvole nel freddo portando al galoppo le dolci melodie natalizie, ma quando sopraggiunse la sera, eccolo che torna e in questo mio nuovo vestito questo lo strano solletico sembravo proprio trovarsi a suo agio.


Il vento avvolto come una sciarpa gelida sui giovani tigli della piazza se la rideva fiocchettando. Così gli chiesi: “ma tu lo vedi?” Lui ridacchiando mi faceva di sì ondeggiando.


Cala la notte e tutto si mette a dormire, sotto una sottile coltre di soffice neve. Anche il solletico, anzi questo misterioso ospite aveva trovato pace tra i rami lucenti. 


Gli ultimi focolari si spengono dietro le finestre. Tutto si addormenta e il paese scivola nella notte. Le luci accese dell’albero rischiarano il buio proteggendo i sogni dei bambini, le speranze degli adulti e incuriosiscono la nostra fantasia nel sapere chi sia l’artefice del mio solletico misterioso.


Alla fine vi ho detto tanto, ma la curiosità di conoscere chi è vi sta friggendo i pensieri? Beh è normale quanto la sorpresa che ho avuto quando appena si fece giorno. Esatto!!! Alla prime luci dell’alba spostai pian pianino i miei rami tutti agghindati e cerca che ti ricerca cosa scopro…un uccellino tutto rannicchiato tra le sue piume che dormiva profondamente e tra una respiro e l’altro fischiettava come russando. 


Allora sorrisi ma qualche campanellino appeso qua e là ad adornare il vestito tintinnò svegliando il piccolo uccellino che appena aperti gli occhi cinguettò presentandosi: “Buongiorno Pin io sono Piêri e sono appena arrivato in paese.” 

“Buongiorno” risposi felice “Allora eri tu che mi solleticavi saltellando tra i rami!” poi risi.


Era un bellissimo pettirosso. Aveva i capelli color castano ed un bel vestito marrone scuro che scendeva con delle lunghe maniche a coprire le ali. Un bel panciotto bianco e sul collo un bel fazzoletto rosso che lo rendeva molto elegante. Due occhietti furbi e vispi e una vocetta squillante e melodiosa.


Facemmo subito amicizia e questo fu il più bel dono di quello splendido Natale… ma poi…mi fecero traslocare e di Piêri non seppi più nulla…ma…


Bambini, adulti e adulti plus che meraviglioso vestito che mi avete donato quest’anno. Grazie! 

Una fascia rossa e dorata con mille luci bianche che corrono su e giù. Palline di ogni colore, fatte a mano o con le più artistiche virtù. Sono felice di essere tornato qui tra voi con tanta allegria, gioia e simpatia avete adornato i miei aghi come se fossero preziose dita d'una mano gentile. Mi avete curato, accudito, parlato cantato e anche abbracciato, tutti insieme. 


Che meraviglioso dono che è il Natale!!!

Ma io sono troppo, troppo felice nel dirvi che…

…siete curiosi…

ditemi di sì…

Ero lì che mi gongolavo in tutto questo lusso che…zac…sento qualche cosa scompigliarmi tutta la pettinatura e poi un tiepido calore salire dal tronco fino in cima alla punta.


Spalanco gli occhi con un misto di gioia e di sorpresa e mi dico tra me: “Non è che..”

Sposto alla rinfusa tutta i rami, non ho il coraggio di dire il suo nome, non vorrei essermi confuso con qualche figlio monello del vento…ma tra l’argento e l’oro, tra il rosso e blu, eccolo lì che abbracciava il mio tronco con le sue piccole calde ali….”a l'è tornât Piêri!!!!” - urlai con gioia e commozione


Seguii un cinguettio di festa e le campane della austera torre suonarono a festa. 


Che meraviglioso dono che è il Natale!!! 


Piêri si lancia in un volo acrobatico di gioia fra gli occhi incantati dei bambini e la sorpresa dei più grandi nel rivedere insieme due amici che da molto tempo ormai non sapevano più nulla l’uno dell’altro. 


Che meraviglioso dono che è il Natale!!! 


Un Natale speciale. Riuniamoci insieme al PIN dalle luci sgargianti, con il canto melodioso di Piêri e quello delle nostre voci, auguriamoci che il Dono dell’amicizia sia come l’abbraccio di Piêri che sciolga il gelo nei cuori e riscaldi la linfa della speranza.


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