Ascolta la Luna


Luna di Sangue tu determini le rigide discese nell'ade dove gli spiriti si concedono al rituale. Ecco oggi comprendo di far parte del rito. Sono un poeta maledetto. Scopro così il midollo unico, non per orgoglio o ego ma per sensazione di non appartenenza del sentire di essere ciò che non esisto, ma di essere ciò che vivo. Oggi è un centimetro in meno nel corpo biologico, ma un tutto nell'ignoto verso le esperienze. Le lancette continuano inesorabili il cammino della notte e ancora adesso mentre ti scrivo con il canto meraviglioso della natura che urla di saggezza, alla luce della candela mi preparo al circo dell'uomo moderno.


Osservare nella meditazione, senza la necessità di dover eseguire un lavoro. Lasciamo che il potere dell'acqua con le leggi universali che la regolano, portino a galla, facciano risalire accompagnando, badate bene non spingendo, ma sostenendo verso la superficie i pensieri più remoti del nostro animo. Lasciamo che siano essi a presentarsi sulla riva del pensiero così come il sole ogni mattina si presenta al limite dell'orizzonte. Ecco il sole e la luna è l'unico ciclo che possiamo riconoscere poiché è della meccanica delle cose la perfezione e l'equilibrio. A noi, a me uomo fallible e imperfetto, di cui forse, è il modo verbale che più si veste alla perfezione sulla nostra esistenza, rompiamo ogni ciclo, lasciamo che il prossimo respiro ci meravigli ancora. Ci sembrerà così di essere soli senza il pensiero del futuro: io ero ciò che sono stato, oggi sono nell'istante in cui vivo e di cui sono formula del passato, ma domani sarà il mistero a cui con tutto me stesso mi accingo a porre ancora una volta ancora il "nuovo" passo. 

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