«La noia delle solite cose, sale e scende il sole, cala e cresce la luna. Luoghi, antri, avelli laddove la notte non ti giunge poiché quando la soglia attocca si ferma per prudenza, soggezione, terrore d'essere cibo e sterco di sé stessa.
Mostri marini, giganti creature dell'oceano ho sentito sulle carni mie accarezzarmi, avidi del sadico sentimento di paura che ti ammutolisce.
Esiste e ne ho la prova, di un tal sentimento ancor più grande. Il silenzio dei vivi.
Come lo storpio accenna a carnevaleschi passi verso l'indipendenza, pavidi giocano a sfidar la clausura del pensiero sibilando come serpi e strisciando come sudici vermi sulle polverose lame di roccia affianco a putride carni maleodoranti a nutrir le loro viscere si pascono. Felina la vista e s'adatta all'ambiente.
Perduto tutto è il tempo che in amar non si spende.»
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